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Agostino Nardella

Agostino Nardella, detto Potecaro, fu un brigante italiano e operò nelle zone del Gargano e della Capitanata.

Nel 1860 capeggiò diversi tumulti, a seguito del plebiscito per l’annessione del Piemonte, nello scenario nazionale. Nella cittadina di San Giovanni Rotondo diversi furono gli avvenimenti tragici, tra cui l’uccisione di 24 galantuomini da parte della folla inferocita. Anche la vicina San Marco in Lamis non fu risparmiata, e difatti ci furono molte vittime, tra queste, Angelo Calvitto, un sartore liberalicchio. Fatti ancora più tragici si ebbero 1861, quando Agostino Nardella era ancora a capo di Angelo Maria Del Sambro, suo futuro erede. Il ruolo di capo apparteneva al Potecaro sia per ragioni di età sia per capacità militari, coraggio e autorevolezza, che si era guadagnato nelle turbinose vicende dell’ottobre 1860, allorché si pose con ardore e coraggio a difesa degli interessi dei suoi concittadini, respingendo una provocazione proveniente da alcuni briganti di San Giovanni Rotondo ed evitando in tal modo lo scorrere di sangue; dopo che lo stesso era stato elemento di punta del movimento che aveva portato i sammarchesi a disertare le urne per il plebiscito fissato per il 21 ottobre 1860 e al quale il Del Sambro, essendo rinchiuso in carcere, non potè prendere parte. Ma sono soprattutto gli avvenimenti del 2-4 giugno 1861, allorché si verificò l’insurrezione di San Marco in Lamis e di Rignano Garganico, nel corso della quale ebbero luogo gravissimi torbidi accompagnati da morti, che sanciscono la leadership di Del Sambro, anche a seguito della morte di Agostino Nardella, che, fino ad allora, era stato autorevolissimo capo della banda dei sammarchesi.

 

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